sabato 14 febbraio 2009

intervista al genio della porta accanto


IL GENIO DELLA PORTA ACCANTO

Il “mio” genio della porta accanto è un cugino di mio marito, si chiama Mario, ha cinquantuno anni e fa l’architetto. Questa è l’intervista che ho realizzato con lui.

D. Quando hai scoperto la tua predisposizione per la matematica?

R. Alle scuole elementari, visto che ai miei tempi non c’era la scuola materna e si imparava a leggere e scrivere in prima. Mi ricordo benissimo che, in seconda elementare, la maestra ci faceva fare le gare con le tabelline e dava in premio delle caramelle al vincitore; in quelle gare non avevo rivali, ma poi le caramelle, qualche volta, le regalavo ai miei compagni. Negli anni seguenti, quando facevamo i problemi, la maestra mi isolava dagli altri alunni per non farli copiare e mi faceva lavorare sul davanzale della finestra.

D. Quindi a scuola nessun problema con la matematica fino alla laurea…Hai altri ricordi?

R. Quello che ricordo e dico sempre a mia figlia è il fatto che, anche alle superiori (ho frequentato l’Istituto Tecnico per Geometri) gli insegnanti ci incitavano fare le operazioni matematiche anche complesse e il calcolo delle percentuali a mente, e questa cosa per noi era molto stimolante e a mio parere anche utile.

D. Visto che per il tuo lavoro hai a che fare ancora con i numeri e che la tua formazione risale ad un periodo precedente all’avvento del computer, che rapporto hai oggi con l’informatica nella professione?

R. Per fortuna oggi abbiamo a disposizione strumenti e mezzi che agevolano molto il nostro lavoro e ci consentono di migliorare i nostri prodotti. Per quanto mi riguarda ho un buon rapporto con i nuovi sistemi informatici e multimediali e, a volte non può essere altrimenti, perché nello svolgimento del mio lavoro l’utilizzo di software di progettazione o di interscambio di dati è imprescindibile.

D. Parlami adesso dei tuoi hobbies.

R. Quando posso pratico un po’ di sport, soprattutto il ciclismo, ma la mia passione principale è la musica, suono il clarinetto e il sax da quando avevo dieci anni; ho fatto parte di diversi gruppi musicali e mi diletto a scrivere piccole composizioni e arrangiamenti.

D. E qui torna la matematica! È noto, infatti, che già dai tempi dei greci si sosteneva lo stretto legame esistente tra la musica e la matematica e nel Medioevo la musica veniva annoverata tra le arti del quadrivio, insieme alla aritmetica, geometria e astronomia. Anche nei secoli successivi, fino ad arrivare ai giorni nostri, moltissimi studiosi di diverse discipline, oltre agli stessi musicisti, si sono occupati dell’argomento. Tra i filosofi ti cito Leibniz il quale sosteneva che “la musica è un esercizio aritmetico della mente che conta senza sapere di contare”.


R. Sono perfettamente d’accordo e per rimanere nelle citazioni, Lorenz Mizler, un allievo di Bach, diceva che “la musica è il suono della matematica.

Il mio genio della porta accanto è il primo da destra nella prima fila, in una foto del 1970.

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